Grave crisi politica in Nepal. Torneranno le armi?
Una crisi a spirale per il Nepal. Il premier nepalese (ed ex capo della guerriglia maoista)
noto con il nome di battaglia di Prachanda si è dimesso. Le sue dimissioni aprono una crisi politica il cui esito è difficile prevedere, ma che potrebbe anche portare a una nuova insorgenza armata da parte di quei settori maoisti che non hanno ancora del tutto rinunciato all’idea di una rivoluzione armata, nonostante la “via legalitaria” sostenuta da Prachanda dopo la firma degli accordi di pace, seguiti dalle elezioni democratiche del 2008.
Questo Paese – magnifico, e di raffinate tradizioni culturali – dopo la fine della guerra civile ha
dovuto confrontarsi con una crisi economica gravissima, che sta bloccando ogni prospettiva di sviluppo. Secondo il Global Hunger Index – un indice elaborato da vari Istituti di ricerca sotto l’egida dell’International Food Policy Research Institute (http://www.ifpri.org/) - il Nepal è uno dei Paesi meno sviluppati del mondo e ha oltre metà della popolazione sotto la linea della povertà . Il Paese avrebbe quanto mai bisogno di investimenti dall’estero per risolvere il dramma della povertà sulle montagne e nelle bidonville che ormai assediano le inquinatissime periferie delle tre città della valle di Kathmandu: Kathmandu stessa, Badgaon e Patan. Ma ora le dimissioni di Prachanda mettono a rischio la pace faticosamente raggiunta e anche le prospettive di sviluppo economico e sociale.
Dal sito di Asia News (http://www.asianews.it) agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere specializzata sull’Asia, riprendiamo la notizia sulle circostanze che hanno portato alle dimissioni del premier nepalese.
Il premier Prachanda si dimette
di Kalpit Parajuli (Asia News)
Kathmandu – Il premier Prachanda ha annunciato le dimissioni. È questa la risposta alla decisione del presidente Ram Baran Yadav che ha revocato il siluramento del generale Rookmangud Katawal, capo del Nepal Army, decisa unilateralmente dal primo ministro maoista. Nell’arco di due giorni il Paese si ritrova a fare i conti con una grave crisi istituzionale che vede contrapposte le due maggior cariche del Paese. Prachanda ha affermato che la decisione del presidente è “incostituzionale†e spiegato di aver scelto le dimissioni per salvaguardare “la giovane democrazia del Paese ed il processo di paceâ€. Il premier si è inoltre rivolto “al popolo, alla società civile e ai poteri politici†invitando tutti “a dimostrare responsabilità nell’impegno per costruire una democrazia stabile in Nepalâ€.

francamente ritengo molto difficile per chiunque, figuriamoci per me, fare oggi una previsione su dove condurrà questa crisi nepalese. Indubbiamente Prachanda, che mi pare si sia comportato meglio come primo ministro del Nepal che come comandante supremo della guerriglia, rischia di trovarsi in mezzo al guado stretto tra le frange maoiste che non gradiscono la sua politica istituzionale e quei settori della società nepalese che non hanno dimenticato le ferite profonde causate al Paese dalla guerriglia maoista.
Ritengo probabile, ma con tutte le cautele del caso beninteso, che le dimissioni di Prachanda siano un segnale forte mandato in entrambe le direzioni. Ai suoi compagni più impazienti mi sembra dica di stare attenti perché potrebbe sempre esserci dietro l’angolo una svolta reazionaria magari stimolata dall’esercito e al presidente e ai settori più moderati della società ricorda che ci sono proposte ben più radicali e rivoluzionarie della sua che possono manifestarsi, anche con una ripresa della lotta armata.
Vedremo nei prossimi giorni quali scenari si apriranno sotto i cieli di Katmandu.
Analisi puntuale come sempre, Piero. Molte grazie.
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