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Da Vienna al Punjab, scontri fra i Sikh. Vediamo perché

26 Maggio 2009 di 10 218 views

LA CRONACA DEI FATTI. A Vienna domenica 24 maggio una banda di 6 fondamentalisti sikh, armati di coltelli e pistole, attacca il tempio di una setta sikh “eterodossa” (chiamata Ravidasia o Sach Khand Dera). Nel tempio si erano radunati circa 400 indiani per ascoltare i sermoni di due Sant, cioè di due autorità spirituali della setta. Durante l’attacco restano ferite una quindicina di persone, fra le quali uno dei due Sant, Rama Nand, che muore il 26 maggio. Questa serie di eventi ha due conseguenze immediate: 1) movimenti della destra austriaca chiedono al governo di Vienna misure restrittive nei confronti dell’immigrazione indiana; 2) manifestazioni di protesta e scontri di piazza si scatenano in Punjab – stato dell’India settentrionale a maggioranza sikh – ad opera dei Ravidasia, coadiuvati da gruppi di Dalit, cioè di fuoricasta o “intoccabili”. India Austria Temple ShootingAd Amritsar, a Jalandhar e in altre città del Punjab vengono bruciate automobili e assaltati edifici pubblici;  negli scontri fra manifestanti e polizia muoiono due persone. Per fronteggiare la situazione e allontanare lo spettro della guerra civile (che insanguinò il Punjab negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso)  le autorità politiche e religiose del Punjab si muovono  su più fronti.  Il Capo Ministro del Punjab, Parkash Singh Badal – che è un sikh – condanna duramente l’attacco sikh al tempio dei Ravidasi di Vienna, e contemporaneamente impone il coprifuoco nella città epicentro delle violenze, Jalandhar. Analoga dura condanna dei fondamentalisti sikh che hanno colpito Vienna viene espressa dal Primo Ministro dell’India Manmohan Singh – anch’egli un sikh – e dal partito sikh al governo in Punjab, lo Shiromani Akali Dal, che invita i commercianti a una serrata anti-violenza per martedì 26 maggio. Al momento in cui scriviamo, in Punjab regna la tensione ma la situazione pare sotto controllo.

I PROTAGONISTI E IL CONTESTO. UN’ANALISI CULTURALE. Il sikhismo (qui sotto il suo simbolo, il Khanda) è una religione khandamonoteista che propugna un rapporto diretto fra l’uomo e Dio. E’ la quinta religione al mondo per diffusione, e nacque in Punjab nel XV secolo ad opera di Nanak, primo di dieci Guru. Il libro sacro dei Sikh, il Guru Granth Sahib, contiene 5.894 inni di numerosi poeti e mistici fra cui Ravidas (nel dipinto qui a destra)  Ravidasche fondò un movimento spirituale  nel XIV secolo. E’ da lui che prendono il nome i Ravidasi, cioè i sikh “eterodossi” che hanno subìto l’attacco a Vienna  e poi scatenato le violenze in Punjab. Sono noti anche come Sach Khand Dera perché il Sach Khand o “Regno della Verità“ è lo stadio finale dell’ascesa spirituale secondo il Sikhismo, di cui i Ravidasi sono comunque “figli”. A differenza dei Sikh – sia del Khalsa sia di altre comunità minori – non hanno il tempio centrale  in Punjab bensì a Benares (foto a destra);  pregano con lo stesso libro sacro dei Sikh ma non lo considerano – come fanno invece i Sikh – un “Guru vivente”.Ravidas Mandir a Benares

Ma la ragione alla base della disputa fra le due comunità non è tanto di carattere dottrinario (anche perché, è questo il paradosso, ciò che unisce i Sikh e i Ravidasi è molto più di ciò che li divide) bensì sociale: Ravidas  era un fuoricasta, un “intoccabile”, considerato impuro a causa del suo lavoro di ciabattino, in cui lavorava le pelli di animali; tuttavia sostenne nei suoi inni che anche un fuoricasta può giungere a Dio, e che la divisione in caste è un errore. Divenne perciò un eroe dei fuoricasta del Punjab,  e Ravidasi symbolancora oggi il movimento che a lui si ispira (qui a destra, il suo simbolo), cioè quello dei Ravidasi, raccoglie  i suoi seguaci fra i fuoricasta, o Dalit, in particolare del gruppo dei Chamar, i ciabattini.
Anche il Sikhismo sostiene l’uguaglianza degli uomini davanti a Dio e nega il sistema delle caste, ma la divisione castale – benché cancellata anche dalla Costituzione dell’India moderna – resta comunque ancora oggi onnipervadente. In qualsiasi comunità sociale e religiosa (e il nucleo centrale dei Sikh in Punjab resta infatti di casta Jat). I protagonisti degli odierni scontri di piazza in Punjab, dunque, hanno manifestato per difendere la propria identità sociale di Dalit, offesa dall’attacco di Vienna. Perciò, trattandosi di un conflitto intercastale,  agli “eretici Sikh” Ravidasi si sono uniti in piazza anche i Dalit di religione hindu e buddhista (questi ultimi, seguaci di Ambedkar).
Il commento più appropriato a questa desolante situazione ci sembra quello fatto da un giovane blogger sikh: «Credo che questa sia una tragedia degli anni ’80 e ’90, quando in Punjab c’era la guerra civile». Il colpo di coda di un passato che sembrava chiuso per sempre. Sembrava…

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10 Risposte »

  • luisa :

    Ho molta difficoltà a conciliare quello che ho vissuto nel tempio di Amritsar con tutto questo. Sì certo, ricordo (più o meno…) i movimenti indipendentisti del Punjab e i tristi avvenimenti di metà anni ’80, ma lo stesso non riesco a mettere insieme la pacifica accoglienza di quel luogo con la violenza di oggi. Alle volte ho l’impressione che l’India sia una gigantesca pentola in continua ebollizione.

  • Scontri in Austria e Punjab tra Sikh « Indonapoletano’s Weblog :

    […] morti. Il mio amico Maro Restelli, orientalista, esperto di sikhismo, ha pubblicato sul suo blog questo post […]

  • simontheroad :

    Ti scopro grazie a Indonapoletano, e ti ho subito aggiunto tra i link del mio blog.
    Il tuo, di blog, e’ notevolmente interessante.
    Tornero’ a leggerti!

    Ciao dal Kazakhstan!!

    SimOnTheRoad

  • piero verni :

    Caro Marco,
    chi meglio di te poteva spiegarci i retroterra di quanto accaduto in Austria?
    Devo dire invece a Luisa che, essendomi occupato un pochino negli anni ’80 della guerriglia sik in Punjab, avvenimenti come quelli dei giorni scorsi non mi sorprendono affatto. Nel grande contenitore del sikkismo, oltre alle delizie del Tempo d’Oro (il primo luogo che visitai all’inizio dei remoti anni ’70 appena giunto in India via terra -la prima notte sul continente indiano la trascorsi proprio nella dharamsala del Golden Temple) ci sono altri aspetti molto meno deliziosi.
    Un caro saluto a Marco e a tutti i frequentatori di questo indispensabile blog,
    PV

  • tina :

    grazie per aver spiegato così bene ciò ke sta alla base dell’attacco terroristico a Vienna..
    faccio della comunità ravidasia e non avevo mai pensato ke sarebbe potuto accadere un fatto del genere ormai nel 2009. pensavo che il terorismo sikh fosse terminato anche perchè al capo del nostro governo vi è un sikh…
    sono rimasto troppo addolarata sia per la perdita di una persona a noi così importante sia per quello che sento dire in televisione e radio che trattano questo argomento..

  • MilleOrienti (autore) :

    Ciao Tina, grazie per avere scritto. In effetti troppe volte i media danno informazioni superficiali o scorrette. Ma toglimi una curiosità: esiste una comunità Ravidasia anche in Italia? E se sì, dove si trova?
    ciao
    Marco

  • tina :

    Ciao
    Si, esistono comunità Ravidasie anche in Italia, io ne conosco solo una che si trova a Cividino fraz. Castelli Caleppio (Bg) che tra l’altro è molto fedele alla ”Dera Sach Kandh Ballan”, di cui i preachers presi di mira in Austria erano le autorità religiose principali, che sin dal dalla sua nascita ha avuto come scopo principale quello di promuovere gli insegnamenti di Guru Ravidas Ji; è stata proprio essa ha costruire il mandir che si trova a Banares. Oltre a questo la “Dera Sach Kandh Ballan” ha fatto molte opere benefiche aiutando i più disagiati; le opere che spiccano di più sono la costruzione di due ospedali, di cui uno specializzato in oculistica e un complesso di scuole che arriva fino alla quarta superiore ( in India le superiori durano 4 anni); tutto ciò per aiutare i poveri, chi non si può permettere una visita medica o l’istruzione per i figli e la “Dera” fornisce tutto, dai libri alle uniformi. Tutte le donazioni quindi vengono utilizzate per beneficenza e non si può accusare i preachers di essere dei ciarlatani che non rispettano “Guru Granth Sahib Ji” come è stato definito dalla lettera dell’organizzazione terroristica KZF (khalistan zindabad force) in cui si è presa la responsabilità dell’attentato perché il primo dovere di un sikh è servire la comunità.

  • MilleOrienti (autore) :

    Grazie Tina per queste preziose informazioni! ciao

  • Singh :

    Definition of Sikh ( Secondo la ‘Rehet Maryada’ )

    A Sikh is defined as any person male or female who faithfully:

    1. Believes in the existence of One eternal God
    2. Accepts as their only Spiritual guide as the Guru Granth Sahib and the ten human Gurus and follows their teachings
    3. Believes in the baptism Amrit Sanchar as promoted by the tenth Guru, and
    4. Does not owe allegiance to any other religion.

    e se guardi bene il link che hai dato la definizione di Ravidasi mi sembra tutto al incontrario!

    Definizione di Ravidasi :

    1. Guru(loro dicono Guru ma è ‘Bhagat’) Ravidas as their founding prophet
    2. Who believe in Guru Ravidas to be their spiritual master and revere him as Satguru.
    3. Guru Granth Sahib in that its contains the same text, but Ravidasis and Balmikis differ from Sikhs in that it is not considered the embodiment of the last Satguru, as Ravidas and Valmiki are assigned that position.

    non penso che ‘Sono Sikh’.

    Loro chiamano Raidas as their founding prophet non Guru Nanak, quello che ha dato Grande Onore a Ravidas mettende suoi inni nel Guru Granth.

    Tutto quello che è sucesso in Vienna è perche NON TRATTANO Guru Granth Sahib ( che loro chiamano ‘Guru Sikhya Sahib’ ) con rispetto come dice la ‘Rehat Maryada’( Codice di condotta).
    Anche perchè l’ultimo guru Gobind Singh ha detto che in 1699, quando è nato Khalsa, che da ora in poi il Guru Granth sarà guru di Sikh( Contiene insegniamenti di tutti i guru ) e ‘nessuno altro'(uomo). ma i loro cosi detti Guru siedano paralelo a Guru Granth e fanno chinarsi le persone in presenza di Guru Granth.

    Tutto questo è contro la Rehat Maryada(codce di condottoa).
    non considerando il Guru Granth come guru vivente vanno contro le parole di 10 Guru, Guru Gobind Singh, invece prendono qualcuno e lo Chiamano Guru.

    Guru significa illiminatore/insegnante e secondo te un uomo ( come quello che è stato ucciso ) è più grande di GURU di Guru Granth ?

    Poi quelli ci sono nella foto con coltelli ecc. non sanno neanche la ragione per cui lo stanno faccendo( ho visto su la TV dove hanno fatto stessa domanda a uno e lui non lo sapeva ).

  • MilleOrienti (autore) :

    Singh Ji, ti ringrazio molto delle tue precisazioni, che sono utili per chiarire le cose. Io ho usato la parola Sikh a proposito dei Ravidasi perché molti di loro si considerano “anche Sikh” ma le differenze ci sono e tu le hai spiegate bene.
    (Ma per favore non attribuirmi parole che non ho detto: non ho mai scritto che il leader dei Ravidasi ucciso a Vienna sia più grande del supremo Guru del Guru Granth Sahib…)
    Se in futuro vorrai ancora intervenire su MilleOrienti per chiarire il punto di vista Sikh su varie questioni, sarai sempre il benvenuto. Sat Sri Akal.

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