Cina: giornalisti, tornate a studiare il marxismo. Per rispettare la disciplina del Partito
I giornalisti cinesi? Che tornino a scuola di marxismo! Per imparare a servire fedelmente le masse, cioè il Partito, cioè lo Stato. Da ora in poi la Cina rafforzerà i requisiti necessari per diventare giornalisti lanciando un nuovo sistema di certificazione, che includerà una formazione specifica nelle teorie marxiste e comuniste dell’ informazione. E’ quanto ha dichiarato qualche giorno fa al South China Morning Post Li Dongdong, Direttrice dell’ Amministrazione generale cinese per la stampa e l’editoria, citando «problemi con l’ attuale sistema di formazione dei giornalisti».
La notizia, ripresa in Italia dal bollettino Lsdi-Libertà di Stampa Diritto all’Informazione, è molto significativa, perché rivela le difficoltà del regime di Pechino nel controllo dei media. La Cina infatti non è certo più quella degli anni della Rivoluzione Culturale, ed è lontanissima da un modello di società comunista; perciò, introdurre lo studio obbligatorio delle teorie comuniste dell’informazione per gli aspiranti giornalisti può avere solo una motivazione: riallineare i mass media alla volontà del Partito di Governo (vi ricorda qualcosa? ). Come ha dichiarato Li Dongdong, «i compagni che stanno per andare a lavorare sul fronte del giornalismo devono imparare le teorie del socialismo cinese e imparare l’ analisi di Marx sull’ informazione, oltre all’ etica del giornalismo e alla disciplina del Partito comunista sull’informazione e la propaganda». Ma la cosa non si limita ai corsi per gli aspiranti giornalisti: secondo il South China Morning Post «anche i direttori attualmente in carica nei giornali saranno sottoposti a un training separato nei prossimi tre anni». Meditate colleghi, meditate…

Beh, se cominciassero a studiare il marxismo (magari “Sul modo di produzione asiatico) sai che sintonie con l’economia socialista di mercato!
E non sarebbe male anche rileggere in chiave cinese le ultime righe del Manifesto del Partito Comunista (1848) di Marx-Engels: “I comunisti sdegnano di nascondere le loro opinioni e le loro intenzioni. Dichiarano apertamente che i loro fini possono esser raggiunti soltanto col rovesciamento violento di tutto l’ordinamento sociale finora esistente. Le classi dominanti tremino al pensiero d’una rivoluzione comunista. I proletari non hanno da perdervi che le loro catene. Hanno un mondo da guadagnare.”
Se al termine “proletari” ci si aggiungesse “cinesi”, si renderebbero bene le condizioni di una buona percentuale delle fabbriche in cui il proletariato cinese è costretto a lavorare.
Chissà quale marxismo insegneranno ai nostri colleghi cinesi i padroni del vapore di Pechino!
A margine dell’ottimo reportage di Giampaolo Visetti su Repubblica di ieri mi chiedo anch’io a quale “fascia di reddito” apparteranno gli insegnanti marxisti dei futuri giornalisti cinesi.
[…] Per approfondire consulta articolo originale: Cina: giornalisti, tornate a studiare il marxismo. Per rispettare la disciplina del Partito […]
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