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Che ci fa un monaco tibetano nel carcere di Bollate?

16 Aprile 2010 di 6 356 views

Domenica 18 aprile 2010, alle ore 15,30, il Venerabile lama tibetano Ghesce Tenzin Tenphel andrà in galera. Vittima della repressione? No: il monaco tibetano  è atteso da parecchi detenuti del settimo reparto del carcere di Bollate, che nello scorso autunno hanno iniziato un percorso di meditazione e insegnamento di base del buddhismo.

Ghesce Tenzin Tenphel, monaco buddhista tibetano

Ghesce Tenzin Tenphel è  maestro residente dell’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, Pisa (di cui abbiamo parlato qui) e i detenuti di Bollate stanno seguendo con lui un progetto chiamato “Liberazione nella prigione”. «Le persone che seguono il gruppo stanno svolgendo un lavoro particolarmente significativo rispetto alla consapevolezza e alla gestione delle emozioni negative, alla pacificazione della mente e alla cura nelle relazioni interpersonali», spiegano da Bollate. Non per caso questo corso di meditazione si svolge a Bollate: questo istituto penitenziario infatti è uno dei meglio gestiti d’Italia, e da tempo persegue pratiche educative di vario genere (per esempio i corsi di fotografia per i detenuti, corsi che poi sfociano in mostre fotografiche allestite presso il Centro San Fedele di Milano).

“Liberazione nella prigione” è il progetto italiano affiliato alla campagna internazionale del “Liberation prison project” fondato nel 1996 e che, al momento, segue circa mille detenuti negli Stati Uniti e in Australia. Dispone di 184 insegnanti che corrispondono con i detenuti o li visitano in carcere, e si avvale di 46 cappellani che collaborano con il progetto. Circa ventimila persone finora hanno beneficiato di questo progetto.

Il carcere di Bollate (Mi)

Se qualcuno fosse interessato a collaborare o a diffondere questo progetto nelle carceri italiane potrà contattare la monaca referente presso l’Istituto Lama Tzong Khapa: si chiama Tiziana Losa, email: ProgettoLiberazioneNellaPrigione@iltk.it

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6 Risposte »

  • Serena :

    Solo per farti i complimenti, sono finita sul tuo blog per caso e l’ho trovato davvero molto interessante. Sono una laureata aspirante giornalista con ancora tanta strada da fare, che crede nella forza della spiritualità e che vorrebbe girare il mondo più di ogni cosa…forse per questo trovo il tuo blog così interessante! Ancora complimenti. Serena

  • Che ci fa un monaco tibetano nel carcere di Bollate? :

    […] Vai a vedere articolo: Che ci fa un monaco tibetano nel carcere di Bollate? […]

  • donmo :

    bellissima iniziativa, speriamo davvero riesca almeno ad attenuare un po’ la tragica realtà delle carceri italiane

  • Kazu :

    Marco sono commossa e orgogliosa di questa iniziativa attuata proprio in un carcere italiano. Come immaginerai vivo una realtà ben diversa, che assolutamente non condivido per educazione e soprattutto mia ispirazione personale. E pensare che qui il Buddismo è arrivato tanti, tanti secoli fa… Grazie per avermi partecipato qualcosa di meraviglioso.

  • gianmario :

    Bellissima iniziativa, spero che ad essa aderscano anche coloro che in carcere lavorano: sarebbe una bellissima condivisione.

  • michelle :

    bell’iniziativa..!!! ma nel 7 reparto che tipologia di detenuti c’è? tanto per capire chi fosse cosi interessato a questo tipo di pratica..bravissimi, bell’idea davvero!

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