Le calciatrici iraniane potranno giocare con il cappello
La cultura islamica pone notoriamente grande attenzione al pudore femminile, ivi compresa la copertura del corpo, del viso e dei capelli con vari tipi di veli (hijab, niqab, burqa eccetera…). Tale questione suscita dibattiti di varia natura sia nella Umma – la comunità internazionale islamica – sia nel mondo occidentale; per esempio: in quali casi il velo è una libera scelta e in quali casi invece è un’imposizione sociale? E’ meglio la copertura parziale del viso o quella totale? E i Paesi occidentali devono vietare la copertura totale (il burqa), come ha già fatto il Belgio e farà presto la Francia, oppure rispettare la volontà delle donne che vogliono abbigliarsi così? La discussione si è sviluppata anche su MilleOrienti in varie occasioni, per esempio in questo recente post sul Corano, con un dibattito vivace e articolato, cui hanno partecipato anche donne musulmane residenti in Italia.
La questione del velo torna ora d’attualità in un ambito inedito: quello dello sport, e in particolare del calcio.
In Iran il calcio è uno sport molto popolare, e praticato anche dalle donne.
Ora, accade che dal 14 al 26 agosto 2010 si terranno a Singapore le Olimpiadi giovanili e in quell’ambito si terrà anche un torneo di calcio femminile. Ma ecco il problema: la Fifa ha vietato l’esibizione in campo di qualsiasi simbolo politico e religioso, e il velo – in quanto simbolo di appartenenza religiosa – è stato vietato. La decisione ha scatenato forti proteste in Iran, dove le calciatrici sono solite giocare con un velo in testa, e la squadra di calcio femminile dell’Iran – che si è conquistata la qualificazione alle Olimpiadi – si è dichiarata non disponibile a giocare con i capelli al vento. Dopo un mese di trattative è stata trovata una soluzione: niente velo per le calciatrici, che però potranno raccogliere i capelli sotto un cappellino.
Certo, le vie della globalizzazione a volte sono strane. Ma l’importante è che prevalga la buona volontà di tutti. Voi che ne pensate?
Buonasera caro Maro,
in questo caso direi che è stata trovata e saggiamente applicata “la via di mezzo”:-)
Ciao E
Salve a tutti.
Uhm… via di mezzo…..
Purtroppo non credo che la via di mezzo in questo caso sia servita a molto…. io non so come si comporteranno le ragazze della squadra, ma un semplice cappellino non può sostituire il velo…. l’awra (cioè la parte del corpo da coprire) non sono SOLO i capelli, ma anche le orecchie ed il collo…. e queste parti non vengono coperte da un semplice cappello.
“la Fifa ha vietato l’esibizione in campo di qualsiasi simbolo politico e religioso”: vieterà anche ai giocatori o alle giocatrici di farsi il segno della croce toccando il terreno all’entrata in campo? vieterà anche l’esposizione di tatuaggi di tipo religioso o politico? (svastiche, croci celtiche, bandiere di paesi in guerra?)
Come al solito: due pesi, due misure…..
Ciao Amatullah,
se il cappello è quello riportato nella foto, mi sembra di vedere che copra molto bene le parti che tu citi (orecchie e collo), quindi non vedo nessun problema a che queste calciatrici si presentino in campo, per sfidare altre atlete, e magari aspirare a vincere una medaglia olimpica, e perchè no, del metallo più prezioso…..
Per quanto riguarda i simboli religiosi, non è mai stato proibito -e credo che la memoria non mi tradisca- a nessun giocatore o altro atleta, di entrare in campo senza toccare il terreno da gioco e farsi il segno della croce; i tatuaggi??? anche qua, nessuno li passa in rassegna, per verificare se hai 1 svastica o altro simbolo politico….giocano tutti e….
auguriamoci che vinca il migliore;-)
Ciao E
@ Elena: quello riportato nella fotografia non è il cappello, è un velo con cui sono solite giocare le calciatrici di alcuni Paesi islamici come l’Iran. IL cappello sarà …un cappellino vero e proprio.
La novità si vedrà solo questa estate, alle Olimpiadi Giovanili di Singapore.
La Federazione internazionale ha vietato qualsiasi esposizione in campo di simboli politici o religiosi (cristiani compresi), considerando il velo, appunto, un simbolo.
ciao,
Marco/MilleOrienti
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