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La Terra del Drago Tuonante: una mostra fotografica per scoprire il Bhutan

25 Settembre 2010 di 7 490 views


Bhutan, il Regno del Drago Tuonante è il titolo di una magnifica mostra fotografica di Maddalena Fortunati (profonda conoscitrice del Paese e collaboratrice dell’Istituto di Medicina Tradizionale di Thimpu) e di Matteo Carretta. L’esposizione, in corso a Mantova fino all’8 ottobre, è organizzata dall’Associazione Amici del Bhutan-Italia in occasione della VI Conferenza  Europea delle Associazioni di Amicizia con il Bhutan, e restituisce tutto il fascino di questo piccolo regno incastonato nell’Himalaya che la gente chiama Druk Tsendhen, “Terra del Drago Tuonante”, animale simbolico delle potenze protettive sovrannaturali ed emblema della bandiera nazionale.

Paese fra i meno noti dell’Asia, grande come la Svizzera ma abitato da meno di un milione di persone, il Bhutan è l’unico Stato al mondo ad avere conservato come religione ufficiale il Buddhismo Mahayana nella sua forma tantrica, il Vajrayana, e tutta la vita sociale e culturale del Paese è permeata dal Buddhismo.
Completamente isolato dal mondo fino a una quarantina di anni fa, il Bhutan si è aperto molto lentamente:  il primo aereoporto fu inaugurato solo nel 1983 ma il Paese, per non vedere snaturata la propria civiltà e il proprio ambiente naturale, continua ancora oggi a tenersi fuori dalla globalizzazione e limitare molto il turismo. Per aprirsi a una prudentissima modernizzazione, nel 2006 il Paese è diventato una monarchia costituzionale e l’abdicazione del vecchio re ha portato al potere Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, il più giovane monarca del mondo con un curriculum di studi a Oxford, Stati Uniti e India; nel 2008 i bhutanesi hanno così potuto, per la prima volta, eleggere un Parlamento e un Premier con una consultazione democratica.

La “diversità” del Bhutan dal resto del mondo si è espressa anche nell’invenzione di un “Parametro della felicità interna lorda” ma la sua ostinata difesa di questa diversità non ha mancato di suscitare scontento fra i giovani bhutanesi per varie ragioni, a partire dalle cose più semplici quali, per esempio, l’obbligo di vestire solo abiti tradizionali (con il conseguente divieto di jeans, magliette, ecc.). Vari oggetti tradizionali bhutanesi possono essere ammirati in una sezione collaterale della mostra, che espone opere di artigianato ma anche alcuni costumi tradizionali (come la Kira indossata dalle donne) splendidamente tessuti a mano con motivi geometrici.


Questo “splendido isolamento”, questa diversità tenacemente perseguita dal Bhutan, suscitano infine degli interrogativi: fino a che punto è lecito e sopratutto fino a che punto è possibile “negarsi” alla globalizzazione? Quali mezzi è lecito utilizzare per perseguire una tale politica senza ledere i diritti della persona? Il Bhutan è un modello di resistenza alla globalizzazione o un Paese autoritario e antistorico? Ricordo in merito una bellissima discussione, una sera a Kathmandu, fra i miei cari amici Alessandro Gilioli e Piero Verni, e mi piacerebbe che i lettori di MilleOrienti esprimessero le loro opinioni. Perché il Regno del Drago Tuonante è capace non solo di affascinare ma pure di far discutere e stimolare. Anche con una mostra fotografica.

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7 Risposte »

  • Elisa Chiodarelli :

    ciao Marco,
    non saprei esattamente come rispondere alle domande che ci proponi: la prima cosa da fare sarebbe andare, vedere con i propri occhi e cercare di capire se il modello scelto dalla monarchia bhutanese corrisponde alla loro personale ‘ricerca della felicità‘. Credo comunque in generale che più siamo diversi più abbiamo occasione di confrontarci e di aggiustare la nostra idea di noi stessi e del mondo. Sempre che la “monarchia” nella quale si vive ti dia la possibilità di farlo.

  • Claire :

    Il Bhutan è tutto da scoprire…Abbiamo selezionato questo post per E-Blogs, la rivista europea dei blog, tradotti in cinque lingue

  • Cesare :

    Ho visitato il Bhutan nel 2004 (credo che il sovrano in carica all’epoca fosse il padre dell’attuale re) e personalmente ne ho avuto un’ottima impressione. Non voglio certo dire che sia il paradiso in terra, sicuramente ci saranno anche degli aspetti negativi in questo Paese come in tutti (penso ad esempio alle difficili condizioni di vita della minoranza nepalese), ma posso affermare che le autorità ed il popolo del Bhutan hanno molto rispetto per la natura e per l’ambiente del proprio Paese, ottimamente conservati e tutelati, al contrario purtroppo di quello che avviene in genere negli altri Paesi di quell’area geografica (chi scrive ha visitato più volte l’India ed anche il Nepal e pur amando moltissimo entrambi questi Paesi è consapevole dei rispettivi limiti e difetti). Ho avuto l’impressione che il sovrano del Bhutan, pur nei limiti di un atteggiamento un po’ paternalistico verso i propri sudditi (con qualche risvolto forse anche un po’ ridicolo come l’obbligo di indossare i costumi tradizionali…) abbia molto a cuore le sorti del proprio popolo ed il futuro del proprio Paese, e che anteponga i loro interessi a quelli propri, contrariamente a quanto fanno in genere i politici delle nostre parti…Non ho visto in Bhutan mendicanti né in genere manifestazioni di grande povertà, mentre d’altra parte mi risulta che il sovrano non vive tra grandi lussi. Infine, vale la pena di ricordare che il Bhutan è il primo Stato nel quale è stato introdotto il divieto di fumo anche negli spazi pubblici (nonostante che il sovrano che ha voluto tale divieto fosse un fumatore) e l’ultimo nel quale è stata introdotta la televisione… Quanto potrà durare un paese come questo ? Non lo so ma dò un consiglio: visitate il Bhutan prima che anch’esso sia travolto dalla globalizzazione!
    Per concludere, vi segnalo questo articolo di un importante economista sul Bhutan: http://www.buddhistchannel.tv/index.php?id=8,9464,0,0,1,0

  • marco restelli (autore) :

    Grazie Cesare per la tua bella testimonianza, ricca di informazioni. Teniamoci in contatto, ciao!

  • La Terra del Drago Tuonante: una mostra fotografica per scoprire il Bhutan :

    […] Il seguito di questo articolo: La Terra del Drago Tuonante: una mostra fotografica per scoprire il Bhutan […]

  • Marcella :

    Amo il Bhutan e il suo popolo. Ho 78 anni e conosco molto del mondo ma per me è il Paese che mi è rimasto nel cuore e vorrei poter finire là i miei giorni; ma purtroppo non credo che questo mio desiderio si potrà avverare. Anche in questo momento tragico per il Nepal si sta comportando come il migliore dei Paesi. Ho sentito che è stato il primo ad offrire il suo aiuto (sembra 1 milione di dollari !!!???) fraternamente e silenziosamente.

  • Marco Restelli (autore) :

    Cara Marcella, il Bhutan è sicuramente un Paese di grandissimo fascino, e sono felice che faccia la sua parte per aiutare il Nepal (come del resto sta facendo anche l’India). Ti auguro di tornarci quando vorrai. Ma toglimi una curiosità: perché hai scelto di scrivere qui, a questo mio post che risale addirittura al 2010, anziché scrivere uno dei recentissimi post sul terremoto in Nepal? Non sapevo nemmeno che questo mio vecchio post fosse in circolazione….in ogni caso, benvenuta su MilleOrienti! Teniamoci in contatto e grazie del tuo intervento!

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