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Morte di Osama bin Laden: l’interessante punto di vista di Al Jazeera

2 Maggio 2011 di 11 87 views

Lasciamo perdere la nuvola mediatica alzatasi in Occidente per la morte di Osama bin Laden e concentriamoci su una delle poche voci davvero lucide in questa situazione: Al Jazeera. Il sito del celebre network televisivo del Qatar mette in fila i fatti salienti a partire dalle due domande più importanti: 1) quali informazioni possiamo trarre dalle circostanze della morte di Osama? 2) cosa cambia, e per chi, con la sua morte?
Dunque, ecco cosa possiamo rispondere a queste due domande, anche alla luce delle considerazioni svolte da Al Jazeera.

1) bin Laden è stato trovato e ucciso dagli americani non in Afghanistan bensì in Pakistan, in una villa-bunker costruita cinque anni fa alla periferia di Abbottabad. Questa cittadina si trova a soli 60 kilometri dalla capitale pakistana Islamabad. Inoltre, Abbottabad è la sede della Pakistan Military Academy, quindi è strapiena di militari. E’ pensabile che a tutti i militari presenti nella città, e ai servizi segreti pakistani (Isi) della vicina capitale, sia sfuggita per anni la presenza dell’uomo più ricercato del mondo e dei suoi luogotenenti? No, non è pensabile. Si evidenzia quindi, ancora una volta, la complicità del regime pakistano (o di segmenti importanti del regime pakistano) con al Qaeda. Questo non potrà non avere ripercussioni, per esempio, sui larghissimi finanziamenti che gli Usa forniscono al Pakistan da anni. La morte di Osama quindi evidenzia la strutturale debolezza americana e occidentale nell’area centroasiatica: gli Usa non hanno alleati credibili e affidabili nell’area (il rapporto con l’India, basato sull’accordo nucleare, è ancora da consolidare). Non a caso gli Usa hanno impiegato dieci anni a trovare e uccidere bin Laden, e l’hanno fatto solo ora, quando il potere dello “sceicco del terrore” è svanito da tempo.
Inoltre, il Pakistan è ormai un Paese allo stremo, sotto il gioco del terrorismo islamico:  nessuno ha festeggiato la notizia della morte di Osama, per paura di ritorsioni violente da parte degli islamisti radicali. Oggi ci sono molti più militanti di al Qaeda in Pakistan che in Afghanistan.

2) Al Qaeda del 2011 è una cosa molto diversa da quella del 2001. Da tempo bin Laden era solo una figura di importanza simbolica, avendo passato lo scettro del potere ai suoi luogotenenti. Prima conseguenza: nessun miglioramento per la lotta occidentale al terrore islamista. Al Qaeda oggi è un puzzle di organizzazioni indipendenti, tenute insieme da tenui legami, e il cuore di al Qaeda è ormai nel Maghreb. Seconda conseguenza: al Qaeda utilizzerà la figura di bin Laden come shahid, “testimone della fede” cioè martire, per scatenare attentati in tutto il Nord Africa. Terza conseguenza: verranno preparati attentati per “vendicare il martire” anche in Occidente. Dovranno stare all’erta le forze di sicurezza dei Paesi occidentali. Quarta conseguenza: la morte di bin Laden rafforza politicamente il presidente americano Obama in vista delle prossime elezioni, benché gli effetti positivi per Obama si riflettano solo sul piano della politica interna americana. Sul piano della politica estera, invece, ora Obama avrà nuovi problemi a giustificare la presenza militare Usa in Afghanistan, di fronte un’opinione pubblica americana che ha avuto la sua “vendetta” per l’11 settembre.
Diverso ma ugualmente interessante, in merito a quest’ultimo argomento, il punto di vista del Sole 24 Ore, secondo cui proprio la morte di bin Laden sarebbe la prova di un nuovo accordo di vertice fra Pakistan e Usa (testimoniato simbolicamente dal fatto che la tv pakistana ha trasmesso le immagini di bin Laden prima di quella americana), il che potrebbe facilitare la exit strategy americana dall’Afghanistan. La consegna di bin Laden agli americani sarebbe insomma il test di una nuova affidabilità del Pakistan nei confronti degli Usa, e un segnale lanciato a tutte le formazioni guerrigliere islamiste dell’area.
Il “Grande Gioco” dell’Asia centrale si modifica ma resta complicatissimo. Ne riparleremo.

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11 Risposte »

  • Clara :

    Grande Marco, attendevo un tuo post sull’argomento. Io sono molto dubbiosa, proprio perchè è un polverone mediatico. Un caro saluto

  • marco restelli (autore) :

    Quali sono i tuoi dubbi, Clara? In merito a cosa esattamente?

  • Clara :

    Sulla persona stessa di Bin Laden. Non so, c’è qualcosa in tutto questo che non mi convince… forse è solo l’istinto 😉

  • Lorenzo :

    Il fatto è che siamo ormai così abituati a vedere un Osama bin Laden come una sorta di “fantasma” che facciamo fatica a credere che sia reale. E ora che l’hanno buttato i mare ci vengono anche molti sospetti. La certezza che abbiamo, e questo lo dice Marco neanche troppo fra le righe, è che la vicenda non può non essere considerata anche il frutto di ragionamenti e calcoli “altri”. Ho l’impressione, però, che di questi ragionamenti e calcoli non avremo mai davvero contezza.

    Segnalo un mio post “riassuntivo”… ciao!

    http://in30secondi.altervista.org/2011/05/02/osama-bin-laden-e-dato-per-morto/

  • Clara :

    @Lorenzo: è dato per morto, concordo. Può essere ancora vivo, può essere morto anni fa, può non essere mai esistito, insomma… tutto è così mal architettato o ben architettato,dipende dai punti di vista. Interessante il tuo blog!

  • Morte di Osama bin Laden: l’interessante punto di vista di Al Jazeera :

    […] Prosegue Articolo Originale: Morte di Osama bin Laden: l’interessante punto di vista di Al Jazeera […]

  • enrico :

    Lucidissima e convincente questa analisi.Concordo in pieno.

  • Vale æ°£ :

    oltre che nel Maghreb, al Qaeda è presente anche in Sudan dove la famiglia di bin Laden ha numerosi pozzi petroliferi e ha finanziato la costruzione dell’autostrada di Khartum per sdebitarsi con il caro dittatore Omar Al Bashir che tanto sostegno ha dato e dà alla causa musulmana.
    Il tutto con armi MADE IN CHINA
    (Marco, prometto che, appena ho un attimo di tempo, ti faccio un intervento a riguardo)

  • marco restelli (autore) :

    Grazie Vale, io e tutti gli amici di MilleOrienti saremo ben felici di leggere il tuo intervento su questa materia!
    a presto,
    Marco

  • FDM :

    Interessante articolo.
    Tra l’altro la questione bin laden pare caduta un pò nel dimenticatio a distanza di poche settimane…

  • Marco Restelli (autore) :

    Il “Sole 24 Ore di oggi, 24 giugno 2011, scrive però che:

    «Il cellulare del corriere, l’uomo che è stato decisivo per la scoperta del covo di Osama bin Laden, dimostra che il defunto fondatore di al Qaida potè rimanere latitante così a lungo grazie all’aiuto dei militanti del gruppo ultra-radicale pakistano «Harakat-ul-Mujaheddin», a loro volta strettamente legati all’Isi, potentissimi servizi segreti di Islamabad. Lo scrive oggi il New York Times, citando fonti governative americane al corrente degli sviluppi delle indagini condotte, tra l’altro, proprio sul telefonino in questione».

    Il ruolo del Pakistan, aggiungo io, si fa così sempre più chiaro…sono in Pakistan le vere centrali del terrore.
    Nel frattempo, com’è noto, il 16 giugno Al Qaeda ha annunciato il nome del proprio nuovo capo, l’ex medico egiziano Ayman Al-Zawahiri, che nell’organizzazione ha sempre avuto il ruolo di ideologo. Sulla sua testa pesa una taglia da 25 milioni di dollari. La linea politica di Al Qaeda non cambierà di certo…

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