James Bond in India. Qualche opinione sul trash a Hollywood e a Bollywood
Con grande sprezzo del ridicolo, ieri Rai 3 ha trasmesso in prima serata 007 Octopussy-Operazione Piovra, un film (ma “film” è una parola grossa) del 1983, in gran parte ambientato in India. Qualche infelice fra voi l’ha visto? Io finora avevo avuto la fortuna di perderlo ma sono rimasto agganciato al televisore perché, essendo un cultore del trash, la rappresentazione dell’India nell’immaginario hollywoodiano mi ha dato autentici momenti di Tormento & Estasi. James Bond è interpretato da Roger Moore, un simpaticone che non valeva un calzino di Sean Connery, ma non è questo il punto. Il punto è l’immagine dell’India che una produzione destinata a un pubblico planetario (tale era la platea della serie 007) offriva nel 1983, cioè appena trent’anni fa. La visione di Octopussy mi ha suscitato alcune riflessioni sul trash a Hollywood e a Bollywood, e vorrei condividerle con voi per sapere la vostra opinione.
Ora però, prima di esaminare le chicche di Octopussy, vorrei fare un passo indietro e parlare di quello che molti occidentali considerano “il vero trashâ€.
Da 25 anni studio il cinema indiano (e ne scrivo) e da 25 anni mi sento ripetere, da tanti occidentali, la stessa noiosa “tiriteraâ€: Bollywood è trash. Certo, basta tornare con la memoria ai film bollywoodiani di una volta: fanciulle bistrate che cantano il loro amore dondolandosi su un’altalena fiorita, eroi vestiti in modo improbabile che si sdilinquiscono in scene d’amore capaci di far venire il diabete o che cantano in piedi su motociclette in corsa, eccetera…Chi conosce un po’ la cultura indiana però conosce anche le ragioni di quel tipo di rappresentazione: l’influenza dei personaggi del teatro popolare e della tradizione religiosa, l’inevitabilità della musica come meta-linguaggio comprensibile a pubblici parlanti lingue diverse, l’ipostatizzazione dei sentimenti derivanti dall’estetica classica indiana…tanti elementi concorrono a spiegare ciò che ad occhi occidentali appare trash. Bollywood però è molto cresciuta da allora (senza contare che in India è sempre esistito anche un raffinato cinema d’autore, fuori e dentro Bollywood) e in ogni caso noi faremmo bene a riflettere sul nostro trash. Perciò torniamo a Octopussy e a 007.
Potremmo tralasciare il titolo. Potremmo, ma non lo facciamo: che dire del raffinato gioco di parole del titolo? Octopus in inglese è la piovra, mentre pussy è il sesso femminile…
Ed ecco alcune chicche del film, una vera insalata mista dei più assurdi e comici stereotipi sull’India:
– Durante un inseguimento a Udaipur, in Rajasthan, Bond/Moore fende la folla e incontra in due minuti: A) un mangiatore di spade (beato lui, in trent’anni che vado in India io un mangiatore di spade non l’ho mai visto); B) un fachiro su un letto di chiodi; C) un mangiafuoco. Domanda: l’India per gli americani è un circo? Ma non basta: l’inseguimento continua in una giungla (sic) dove in altri due minuti Bond riesce a sfuggire a una tigre e a un serpente mentre i cattivi gli danno la caccia a cavallo di elefanti, in stile “maharajaâ€. Non manca niente, vi pare?
– In seguito i cattivi indiani del film cercano di uccidere Bond stringendogli al collo un laccio nero. Vi ricorda niente? Ma certo: i Thugs dei Misteri della Giungla Nera di Salgari! A Hollywood leggono Salgari? In ogni caso, dopo un secolo sono ancora lì…
– Il più cattivo fra i cattivi indiani è un Sikh interpretato da Kabir Bedi (il nostro amato Sandokan!) che prima insegue Bond armato di un archibugio a trombetta (un’arma più improbabile non c’era?) viaggiando su un tuc-tuc, poi lo ritrova sul tetto di un treno in corsa. Bond è aggrappato al tetto del treno, Kabir Bedi sale sul tetto per ucciderlo e cosa impugna, una pistola? No, una scimitarra. Comodissima sul tetto di un treno in corsa.– Bond finisce anche su una “Isola delle donne†(mito che in Occidente risale al Medioevo) comandata dalla bella Octopussy. Le donne sono tutte giovani e bellissime e vestite in uno di questi due modi: A) tutina rossa aderente, B) danzatrice dei sette veli stile Mille e una notte. La cosa più esilarante è che le ragazze arrivano all’isola remando su una nave. Due domande: A) non potevate mettere un motore sulla nave? B) Dovendo proprio costringere a remare quaranta ragazze, perché non fargli indossare un vestitino comodo invece della mise da danzatrice dei sette veli? Carina ma scomoda, ai remi…
– Alla fine del film ci  si mettono anche i soliti russi sovietici con una bomba-fine-di-mondo che viene disinnescata da Bond all’ultimo istante…
Considerazione finale: invece di dire che Bollywood è trash, perché non riflettiamo sul nostro trash occidentale?
Una precie, grazie. Attendo i vostri commenti.

AH AH AH !!!!
GRANDISSIMO !!!!
Sottoscrivo ogni parola, soprattutto ‘noi faremmo bene a riflettere sul nostro trash’.
[…] Link articolo originale: James Bond in India. Qualche opinione sul trash a Hollywood e a Bollywood […]
Dopo tutto quello che ho letto credo non ci sia niente da aggiungere, è da qualche anno che seguo Bollywood e proprio da allora ho iniziato a fare paragoni con il cinema di Hollywood e quello nostrano…e noto con profonda amarezza di quanti pregiudizi goda ancora Bollywood, ho anche io un pag su fb “Wonderful Bollywood” e fra poco un sito web affinchè vengano sfatati tanti miti e credenze!
Viene da pensare che amiamo deridere ciò che non conosciamo e ci fa paura…la curiosità dovrebbe essere la nostra guida ed anche il pensiero che non siamo l’ombelico del mondo
Io sono rimasta shockata quando ho visto Jodhaa Akbar su Rai Movie. Avevano tagliato tutta la seconda parte del film, la parte storica, la più interessante, fuori dallo stereotipo che vuole Bollywood solo, esclusivamente e squisitamente trash.
@ Sò: e hai ragione, come ho scritto più volte su MilleOrienti i tagli ai film indiani operati dalla Rai sono una cosa indecente. E ovviamente a Bollywood c’è anche tanta qualità , non solo trash…
Continuo a non capire perché trasmettano questi film se poi li devono stravolgere e tagliare.
Ciao Marco, come sai mi occupo di ‘Bollywood in Italia’, da accademica in UK, da anni. Condivido il tuo articolo, e aime'(tastiera Inglese senza accenti) concordo con quanto scrivi. La realta’ Bollywoodiana e’ a dir poco penosa e decisamente ci mette rispetto ad altri paesi Europeai fra gli ultimi posti. Purtroppo, Bollywood viene ancora ‘decifrata’ come musical o peggio ancora come genere indiano (mi e’ capitato di leggere della critica cinematografica italiana che fa rabbrividire) che sminuisce la complessita’ narrativa, stilistica, di genere e storica dell’industria Bollywoodiana.
Peccato che poi, in Italia, il cuore di Bollywood sia pressocche’ ignorato: la musica. Le canzoni che hanno una grossa importanza narrativa nel film (reciclatissimi ogni anno) che vengono mandati in TV vengono rimossi o non sottotitolati, lasciando cosi un sapore musical-bmovie nella bocca dello spettatore nostrano. Ascolto una radio italiana interamente devota alla musica cinematografica, e le canzoni Bollywodiane sono le grandi assenti.
Che dire, manca ancora molta consapevolezza e cultura su questa industria.
Cara Monia, hai proprio ragione. L’Italia è agli ultimi posti in Europa quanto a conoscenza di Bollywood e a consapevolezza del valore artistico del cinema indiano, e la Rai, che taglia i film indiani quando li trasmette, fa un’operazione diseducativa nei confronti del grande pubblico.
Credo tuttavia che il futuro sarà diverso: l’industria cinematografica indiana ha ormai un impatto globale e una tale influenza (sia sul piano economico sia quello dell’immaginario collettivo) che nemmeno l’Italia potrà sottrarvisi a lungo…
Auguri per il tuo lavoro di ricerca, teniamoci in contatto,
ciao
Marco/MilleOrienti
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