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Cosa impariamo nei luoghi della Nonviolenza

31 Ottobre 2017 di - 108 views

In anni recenti talvolta abbiamo avuto l’impressione di essere circondati soltanto da notizie di terrorismo e guerre. È un’impressione sbagliata. Esistono infatti le buone notizie che “non fanno notizia”. Le scopriamo in luoghi dove viene praticato l’antico insegnamento della Nonviolenza (ahimsa), o in Paesi dove la pacificazione nazionale ha cancellato le divisioni. Noi amiamo questi luoghi perché non sono soltanto belli ma ci insegnano qualcosa di positivo. Vediamo due esempi.
L’India nell’agosto 2017 ha festeggiato i 70 anni di indipendenza dall’impero britannico. La lotta al colonialismo fu guidata e vinta da un piccolo uomo sorridente, un avvocato che si vestiva come un contadino e viveva come l’ultimo dei poveri. Il suo nome era M. K. Gandhi e il poeta indiano Tagore (Nobel per la letteratura) lo chiamò Mahatma, cioè “Grande Anima”, perché Gandhi, anziché sparare agli avversari inglesi, scelse sempre la via più difficile: la disubbidienza civile, gli scioperi nonviolenti, i digiuni di protesta. Rispettando l’umanità dei suoi avversari.

La lezione morale della Nonviolenza oggi è viva, sopratutto nello Stato natale del Mahatma: il Gujarat. Perciò noi di Kel 12 ci andiamo, a visitare fra l’altro il Sindacato gandhiano delle donne (Sewa) che inventò la prima Banca del Microcredito femminile, e l’Università Gandhiana dove al mattino in aula magna professori e studenti, prima delle lezioni, fanno meditazione tutti insieme. In Gujarat incontriamo anche il Giainismo, religione nonviolenta che influenzò l’induista Gandhi: monaci e monache giainisti portano una mascherina per non togliere la vita a una mosca e usano uno scopettino per non schiacciare nemmeno una formica. Ma c’è pure una Nonviolenza ambientale praticata dalle tribù nomadi nel meraviglioso deserto del Gujarat.

Monaca giainista in meditazione fra i templi di Shatrunjaya, Gujarat, India. Foto di Marco Restelli

Monaca giainista in meditazione fra i templi di Shatrunjaya, Gujarat, India. Foto di Marco Restelli

Un altro esempio virtuoso ci viene da Sri Lanka, isola incantevole che ha dovuto affrontare tante disgrazie, dallo tsunami del 2004 alla lunga guerra civile terminata finalmente nel 2009. Ma ha saputo superare tutto e oggi a noi si presenta unita, piena di energia e con eccellenti strutture turistiche rispettose dell’ambiente. La realtà ha superato ogni previsione: in pochi anni è rinato uno Sri Lanka pacificato.

Tempio del Dente del Buddha, Kandy, Sri Lanka. Foto di Marco Restelli

È anche per vivere queste esperienze che si viaggia. Come diceva il Mahatma: «Per i miei bisogni materiali, il villaggio indiano è il mio mondo. Per i miei bisogni spirituali, il mondo intero è il mio villaggio».

(Questo articolo è stato pubblicato come Editoriale sul numero Autunno/Inverno 2017 di Circle Magazine)

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