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Nelle scuole di New Delhi si insegna la felicità

26 Marzo 2018 di - 51 views

Cari tutti, ecco un mio articolo pubblicato su CorriereQuotidiano.it Buona lettura!

Si può insegnare ad essere felici? Di certo si può imparare a controllare lo stress e ad avere più fiducia nelle proprie capacità. Da tale considerazione è partito il Dipartimento Educazione del comune di New Delhi, che ha deciso di introdurre nelle scuole della capitale indiana l’insegnamento di un’ora di…felicità.

Troppo spesso infatti in questi ultimi anni educatori e insegnanti hanno notato, in adolescenti e pre-adolescenti, segnali inquietanti: ansia, insicurezza, sfiducia in se stessi, distacco nei confronti della realtà che li circonda. Da qui l’idea di creare nelle scuole un “curriculum della felicità“, cioè un percorso educativo in cui – accanto alle solite materie scolastiche – si insegni ai ragazzi ad affrontare eventi o emozioni negative, capire meglio i propri bisogni, gestire gli stress, acquisire più fiducia nelle proprie capacità e avere un approccio positivo alla realtà e a se stessi.

“Pensare positivo”, insomma. Come ottenere questo risultato? Attraverso attività pratiche a favore degli altri e della società, ma anche attraverso lezioni di psicologia e (siamo pur sempre in India) semplici tecniche di meditazione e di yoga, utili queste ultime ad acquisire maggiore autocoscienza. Per decidere nei particolari il “come” e il “cosa” insegnare il governo comunale di New Delhi ha creato una commissione di esperti e insegnanti: dovrà preparare in dettaglio il percorso educativo, cioè il cosiddetto “curriculum della felicità“, che dovrebbe entrare in funzione nel prossimo anno scolastico.

«Lo scopo dell’educazione degli studenti non è solo portarli a voti alti. Il sistema educativo deve produrre alla fine cittadini autocoscienti, fiduciosi in se stessi e felici. E questi cittadini più autocoscienti creeranno una società migliore», ha dichiarato Manish Sisodia, Viceprimo ministro (con delega all’Educazione) del governo locale di New Delhi. Alla fine del “curriculum della felicità” non ci saranno esami e voti, ma solo una verifica del lavoro svolto con lo studente, per stabilire il suo “indice di felicità“.
Sarà interessante – non solo per gli indiani -  vedere se il progetto avrà successo.

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