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“Tesori sconosciuti dell’arte tribale”: una mostra sull’ “altra” India

28 Ottobre 2010 di 5 104 views

Accanto all’India più nota c’è un’ “altra” India. Costituita dagli Adivasi, parola che indica letteralmente gli “abitanti originari” del subcontinente indiano, cioè gli aborigeni. Si tratta di circa 250 gruppi etnici che comprendono oltre 80 milioni di persone con lingue e costumi assai diversi da quelli del resto degli indiani e uno stile di vita tradizionale, a volte quasi primordiale. Su questa realtà ben poco nota dell’India contemporanea getta luce la mostra Magica India. Tesori sconosciuti dell’arte tribale, che rimarrà aperta al Museo Popoli e Culture del Pime di Milano dal 30 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011.

L’India è attualmente il Paese al mondo con la maggiore presenza di aborigeni: quasi l’8% della popolazione. Aborigeni che tentano ancora oggi di seguire il proprio stile di vita tradizionale – variamente basato sulla raccolta di frutti, o su caccia e pesca, o su una rudimentale agricoltura, oppure sul nomadismo – nonostante le varie minacce portate dalla globalizzazione, dallo sviluppo industriale e perfino dai villaggi turistici. Su MilleOrienti abbiamo parlato più volte degli Adivasi, raccontando le loro lotte per vedere affermati i propri diritti, o recensendo libri di antropologia sui costumi delle loro tribù. La mostra che si apre ora al Pime – già esposta con successo a New Delhi e a Genova – presenta la ricca collezione di arte tribale indiana raccolta da Roberta Ceolin e Claudio Tirelli in più di trent’anni di viaggi, studi e ricerche e costituisce un’occasione quasi unica di conoscere tante espressioni culturali delle tribù aborigene del subcontinente.

La memoria della cultura di questi gruppi tribali è affidata alla tradizione orale e l’incalzare della modernizzazione rischia di cancellarla. I manufatti acquistano dunque un’importanza fondamentale, in quanto non sono solo oggetti di uso e utilità comune, ma anche e soprattutto testimoni del sentire profondo del gruppo che li ha prodotti. «La loro arte è ricca e creativa», sostengono Ceolin e Tirelli, «la materia plasmata e modificata con abilità e fantasia, parla sotto forma di manufatto. Nei villaggi si trovano messaggi disseminati ovunque, parole fatte di legno, bambù, argilla, fibre naturali, piume, pietre e metalli lavorati. Attraverso gli oggetti le popolazioni tribali raccontano il proprio mondo».

Sculture in bronzo, ottone e legno; dipinti; strumenti musicali; ornamenti, monili, ceste e copricapi tradizionali, sono i protagonisti di questa mostra, completata da una sezione fotografica di circa trenta gigantografie che illustrano la sorprendente diversità di queste etnie. Un volto dell’India lontano dai riflettori, ma non per questo meno importante.

Nell’ambito della mostra verranno inoltre proposte visite guidate (il 7 novembre, il 12 dicembre e il 16 gennaio) e serate di approfondimento (il 10 novembre, il 15 dicembre e il 19 gennaio) a cura dei collezionisti. L’esposizione è stata realizzata anche con il contributo di Tucano Viaggi Ricerca, che ne ha parlato qui sul suo blog Viaggiatori.

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5 Risposte »

  • Magica India: tesori dell’arte tribale in mostra a Milano « Amici del Tucano Viaggi Ricerca :

    […] di cancellare radici importanti per la coscienza nazionale indiana (problematica discussa anche su questo blog). I manufatti acquistano dunque un’importanza fondamentale, in quanto non sono solo oggetti di […]

  • galatea :

    Che bella cosa. Non sapevo neppure dell’esistenza degli Adivasi! grazie, è stato molto istruttivo.

  • “Tesori sconosciuti dell’arte tribale”: una mostra sull’ “altra” India :

    […] Guarda Articolo Originale: “Tesori sconosciuti dell’arte tribale”: una mostra sull’ “altra” India […]

  • enrico :

    Gli adivasi sono per l’India una ricchezza straordinaria. Viaggiare in questi luoghi, possibilmente con discrezione è una esperienza tra le più interessanti e che non so per quanto tempo sarà ancora possibile.
    Un saluto con simpatia.

  • Silvia :

    Ho visitato la mostra la scorsa primavera nelle sue date genovesi, e l’ho trovata molto affascinante per come descrive e documenta la vita quotidiana, i simboli e le credenze degli adivasi. Le foto poi sono bellissime!
    Un caro saltuo
    Silvia

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